Dalla trascrizione della corrispondenza che Mario Giacomelli inviò ad Alfredo Camisa tra l’aprile del 1956 e l’ottobre del 1961- l’ultima lettera è un biglietto con il quale comunica la morte dell’amico e maestro Giuseppe Cavalli - vengono ricostruiti fatti ed eventi significativi che hanno riguardato la storia della fotografia in Italia nel secondo dopoguerra, il complesso dei rapporti personali che si instaurarono, il dibattito e le polemiche che si vennero sviluppando sulle riviste del settore e in liberi confronti attorno ad esposizioni e concorsi. I nomi che ricorrono: Donzelli e l’Unione Fotografica, Crocenzi e Vittorini, Paolo Monti

Rovistando tra i propri negativi, in fase di riordinamento, Alfredo Camisa ha scoperto una cosa di cui si era completamente dimenticato: una delle sue fotografie più conosciute Siesta del 1956 è stata realizzata anche in una versione a colori che qui viene recuperata e stampata a confronto con la più nota in b/n. Fanno da contorno una testimonianza dello stesso Camisa e una breve nota critica di Italo Zannier